IL MESTIERE NON TE LO INSEGNA NESSUNO: RUBALO :)



Una frase che mio padre mi ha detto i primi giorni del mio primo lavoro nel 1965 a quattordici anni.

«Il mestiere non te lo insegna nessuno, rubalo»


Mai frase è stata così geniale; dopo pochi giorni della mia prima esperienza lavorativa avevo già capito che la vita in officina e il confronto con gli adulti non era così democratico, come invece avveniva a casa mia.
Nascondere il «mestiere» era prerogativa di tutti. Nessuno voleva mostrarti i suoi segreti. Per questo, se ho voluto imparare bene il mio lavoro, ho dovuto rubare: cioè guardare, osservare, fare attenzione sopratutto quando nessuno ti vede.

Una grande esperienza di vita.


La frase di mio padre è stata un enorme regalo: con il senno di poi si è rivelata una parte importante di eredità. Però non era del tutto comprensibile per un ragazzo della mia età, che proveniva da una famiglia non certo ricca di denaro, ma ricca di esperienza e soprattutto di una forte etica.

Ho dovuto elaborarla a lungo prima di capirla, ma con il tempo ho avuto l’illuminazione del concetto che portava dentro si sé. Ad accelerare la comprensione ci pensò il mondo reale, non certo roseo come nella mia infanzia.

Il mondo nel quale mi trovavo non era più quello dell’infanzia: all’improvviso era diventato la vita reale, non ero più un bambino piccolo.

Con il tempo l’esperienza è stata rivelatrice.


Ti garantisco che quegli anni non era facile avere rapporti con gli adulti: l’officina e la vita  li rendevano duri, sia con le parole che con i fatti, per questo nascondevano il proprio mestiere; lo dovevi guadagnare e nulla era a gratis, prima capivi questo e prima la tua posizione nella società migliorava. 

Tutto andava guadagnato con molta fatica e pazienza. Dovevi divorare ogni cosa con gli occhi e poi mantenere tutto nella tua memoria; e con il tempo elaborare, mettere in atto fisicamente, manualmente, quello che vedevi, per poterlo fissare definitivamente.

Il mestiere non te lo insegna nessuno, rubalo


Ma questo basta per imparare? Certo che basta, ma ci vuole il tempo di una vita intera per un «mestiere» solo.

Con i ritmi di questa società delirante diventa tutto impossibile, le scelte che si fanno sono molteplici, le possibilità rispetto a molti anni fa sono veramente tante, forse troppe.

Siamo arrivati al punto di avere fatto tanto, ma di non saper fare nulla.






Il mio mentore per la vita


Nelle arti orientali che ho praticato per cinquant’anni, non ho mai avuto la fortuna di incontrare un mentore. Ho avuto numerosi insegnanti, alcuni dei quali notevoli, ma nessuno che ho potuto sentire come un vero maestro.

Tuttavia con il tempo e gli anni mi sono accorto di avere sempre fatto tesoro dell’insegnamento di mio padre: lui era il mio vero mentore.

Per questo posso essere contento del mio percorso nelle arti giapponesi, avendo avuto la curiosità di osservare sempre i miei insegnanti, e di seguire il loro modo di praticare, al di là delle parole.

Ecco perché Incontrare un maestro o un mentore, è un privilegio di pochi: molte volte potresti averlo vicino a te ma non te ne sei ancora accorto. E forse non sei abbastanza attento a quello che fa  e che dice.

Non immagini quale eredità puoi ricevere, con una sola frase che ti cambia la vita.













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